
“Cara Monia, piacere di conoscerla. Mi chiamo Loredana e… durante l’estate mi sono imbattuta per caso nel suo sito mentre stavo cercando un modo per recuperare della lana vecchia e, con mio grande stupore, ho scoperto che lei la ricicla… Ho da poco traslocato e, nel mettere a posto dei pacchi, ne ho trovato uno che aveva un tesoro: c’era una vecchia federa dall’odore un po’ forte, sa quegli odori dei cassetti delle nonne? Forse lei è troppo giovane per ricordarlo ma a me ha aperto tanti ricordi. Dentro c’era della lana che mi aveva comprato la mia mamma tantissimo tempo fa: io non l’ho mai usata, credo che sia anche malandata ma è nuova e mi dispiace buttarla via senza provare. L’etichetta dice che è del 1973 e la composizione che è lana, mohair e 10% acrilico. Mi farebbe piacere se lei potesse darle uno sguardo, magari provare a vedere se possiamo recuperarne almeno un po’ per farci qualcosa…”
Eravamo già a metà autunno quando mi è arrivata questa bellissima mail da Loredana
(ovviamente ho chiesto il permesso per pubblicare anche solo le parti salienti del discorso.)
Devo ammettere che all’inizio ho fatto i conti con la mia solita ansietta da prestazione ma poi mi sono messa al lavoro.
La lana è arrivata qualche giorno dopo.
Aveva ragione Loredana: l’odore era molto forte, talmente tanto che a tenerla in mano veniva da starnutire, ma era lana nuova. Aveva ancora il cartellino: marca “buffetto”, composizione 57% mohair, 33% lana 10% nylom, bagno 2 colore 27, Made in italy. Insomma sarebbe stato davvero un peccato buttarla via
Il problema più grande era che una volta si usava la naftalina per allontanare le tarme. In questo caso era passato davvero molto tempo e la naftalina si era sgretolata depositandosi sulla fibra seccandola cosi tanto che sembrava infeltrita.
Passo dopo passo

Il primo passaggio è stato quello di fare tante piccole matasse per lavare la lana e vedere se fosse poi possibile lavorarla. Si è spezzata davvero tante volte perché era proprio malridotta ma mi dispiaceva proprio gettare la spugna.
L’ho tenuta in ammollo con una soluzione di acqua e aceto poi l’ho sciacquata e l’ho lavata con il detergente specifico per lana . L’aceto ha la grande proprietà di distendere le fibre e, nella giusta dose, ne previene l’infeltrimento
Il risultato è stato sorprendente: la lana aveva ripreso la giusta morbidezza e perso quell’odore pungente: ora era possibile lavorarla.

Avendomi donato la sua lana per reciclarla, Loredana aveva diritto ad uno sconto su un lavoro fatto da me: insieme, abbiamo deciso di farne uno scialle con delle righe, una cosa semplice da portare nelle giornate fredde
Cosi, quella federa che profumava di cassetti della nonna, alla fine, è diventata questo scialle.
Mi sono sentita davvero bene, durante le fasi di questo lavoro e ancor più quando poi lo scialle ha preso forma: adoro portare avanti le storie e intrecciarle con i fili per rendere poi dei capi unici.
Alla fine ho raccolto tutti gli avanzi della lana, quelli che si erano rotti, ed ho intrecciato anche uno scialle molto simile per mia madre: questo secondo segue di più le metrature del filo ma è bello lo stesso.

Se anche tu hai in casa una federa piena di ricordi e di lane vecchie, o un vecchio maglione che si è rovinato, ti invito a consultare la mia pagina sulla lana circolare per poterla riciclare.
Alla prossima storia
Lascia un commento