
Alla fine di agosto, sono andata a trovare Giulia della Fattoria La rocca per acquistare la lana per alcuni miei progetti. Quando sono arrivata, sono rimasta piacevolmente colpita da una distesa di vasi con la lana che riposavano al sole che si trovava vicino al suo laboratorio.
Era uno vero spettacolo di colori che profumavano di sapere antico, di vita lenta.
Ho fatto i miei acquisti ma con il cuore ero sempre a quei vasi e così mi sono fatta coraggio ed ho chiesto a Giulia qualche piccola informazione.
Lei mi ha detto che i suoi erano Vasi solari cioe’ dei vasi che sfruttavano il calore del sole per tingere la lana: il prodotto finale sarebbero state delle matasse piene di mille colori. In quei giorni mi ha anche detto che avrebbe pensato a dei kit da preparare per le fiere e per lo shop perché il processo era davvero alla portata di tutti ed ora finalmente sono online e non vedo l’ora di provarli.
I miei vasi solari

Quel giorno sono tornata a casa con questo pallino della tintura solare e ho deciso di approfittare delle ultime temperature calde di stagione per fare i miei esperimenti.
Sono andata nella mia campagna ed ho preso quello che sono riuscita a trovare: le noci nuove (delle quali ho preso solo il mallo, ossia la parte verde che sta fuori), le more, l’edera, le foglie del fico, le bucce delle cipolle, la curcuma e le bacche di sambuco ed ho preparato i miei vasi solari.
Devo dire che ho cercato online la ricetta più semplice che c’era, soprattutto quella che prevedeva di non comprare nulla e di fare anche la mordezzatura con le cose che avevo in casa, tanta era la voglia di provare subito.
Ho lasciato che mi seguisse in questa avventura Giulia che di esperienza ne ha da vendere e, dopo 3 settimane sono nati i miei filati. Le tinte sono venute quasi tutte sui toni del marrone: qualcuna e venuta come volevo qualche altra no ma sono molto felice del risultato.

Pro e contro

Obiettivamente credo sia stata un’esperienza straordinaria che rifaro’ sicuramente.
Tingere a mano la lana mi ha riportato alla vita semplice, al saper fare di una volta quando erano le stagioni a dettare il ritmo della vita.
Inoltre credo sia stata una bella esperienza anche per i miei ragazzi, forse più per il piccolino che per la grande: l’ho beccato tante volte ad aprire i vasi per vedere se la lana cambiava colore e per sentire il calore dell’acqua.
Poi, come sempre, farsi le cose da soli, è una cosa che regala tante belle soddisfazioni, aumenta il benessere e ci permette di essere gentili con la natura.
Cosa c’e da migliorare?
L’odore anzitutto: quando ho aperto i vasi c’era un’odore putrido onestamente difficile da sopportare. Questo odore e’ dovuto al fatto che ho usato i prodotti freschi e che quindi hanno fermentato, ma c’e da dire che una volta lavati l’odore si attenua tantissimo e quasi scompare.
Altra cosa da migliorare forse, la scelta delle piante: questa volta mi sono lasciata prendere dalla furia e ho preso quanto più potevo raccogliere ma l’edera per esempio, non ha tinto molto la lana( forse non era la tipologia giusta o forse ce ne voleva di più )
Anche con le more sono stata “ furiosa ”: io le ho messe fresche e hanno solo macchiato qualche parte della matassa molto leggermente. Ho letto solo successivamente che quando si tinge con le more, prima bisogna congelarle e solo poi, si posso usare per la tintura.
The winner is…

Queste sono state le due matasse che mi sono piaciute di più. La prima e’ questa: un bouclé di Valeria Gallese tinto con le cipolle rosse, la curcuma e qualche mallo di noce: le sfumature sono venute delicate e regolari e penso che lavorarlo sarà molto piacevole. Non ho ancora deciso cosa farci ma credo che qualsiasi cosa verrà molto bene

La seconda e’ stata sicuramente la matassa più puzzona ma sicuramente la meglio riuscita. La tintura l’ho fatta con le bacche di sambuco che dissolvendosi nell’acqua hanno regalato un colore omogeneo e ben deciso. Credo che questa matassa andrà a finire su un bel maglione granny e porterà con se la sua storia.
Nel complesso è stata un’esperienza divertente e molto soddisfacente e sto già preparando altri intrugli per provare a tingere altre lane.
Se vi volete cimentare anche voi nella tintura solare ricordate che la prima cosa è il materiale da cui partire: la lana.
Non deve essere tinta e deve essere pura, per cui il mio consiglio sono le lane artigianali di Valeria Gallese e quelle di Giulia di Lana Sibillana
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