
Rallentare i ritmi, le pubblicazioni, le foto, il lavoro a maglia, lo sviluppo delle curiosità,… è stato un modo interessante per fermarmi ad ascoltare me stessa.
Mi sentivo molto stanca: la sensazione era quella di essermi piegata ad un meccanismo che non mi riconosceva né meriti né bellezza.
Tutto sembrava uguale, tutto sembrava gestito da un meccanismo superiore che si chiama algoritmo, che conosco ma che non amo.
Nell’ultimo anno la mia parola guida era stata “differenzarmi” attraverso la mia comunicazione, come predicano tutti i guru dell’’Instagram.
Quindi avevo aperto un canale Tik tok che parla di vita lenta, maglia, letture, soprattutto e poi la grande scelta di aprire anche un canale YouTube e trasformare le dirette in un vero e proprio podcast di maglia. L’idea mi piaceva, mi somigliava e soprattutto era piaciuta alle persone e questo mi rendeva davvero molto felice.
Instagram era rimasto lo scoglio principale: nonostante tutte le accortezze del caso, certi giorni le mie pubblicazioni venivano premiate con la giusta visibilità ed altri, i più, venivano nascosti alle persone e quindi, per quanto io potessi fare, non esistevo.
I motivi della crisi

Il momento di crisi profonda è avvenuto per una serie di motivi:
🍉una maglia, quella in foto, che mi sto avviando a terminare ma che mi ha dato filo da torcere in tutti in sensi
🍉delle vecchie foto che sono apparse innocentemente su un tavolo, durante una serata, tra un racconto e un altro
🍉Instagram che certi giorni proprio non va e in uno di quei giorni aveva bocciato uno dei miei progetti per l’estate togliendo visibilità ai post e alle stories e ricordandomi quanto il mio lavoro e le mie competenze siano insignificanti in questo mondo che lavora di immagini anziché contenuti
🍉la mia tiroide, “capricciosa e irriverente come poche” … così dice la mia endocrinologa. Una ghiandola così piccola eppure così difficile da domare in certi casi. Forse un giorno vi racconterò di più di questa mia tiroide perché quando si parla di tiroiditi tutti pensano all’eutirox ma io non faccio parte di quel mondo li, che è il mio mondo ideale. Io faccio parte dell’altra piccola fetta di mondo, poco conosciuta, accelerata, insofferente che prende un altro farmaco che non conosce nessuno e si sente sempre completamente fuori controllo.
Quindi, dopo l’ennesimo progetto bocciato dall’algoritmo, ho reagito di cuore, ho chiuso i ferri e il telefono ed ho pensato seriamente di darci un taglio. A cosa è servito investire tempo, soldi, idee e studi per creare un progetto importante come è Nuà se poi, basta guardare YouTube per imparare a fare a maglia!!!
A che serve scegliere in modo accurato le lane, conoscerne la provenienza,i metodi di tintura, parlare di sostenibilità ambientale e del territorio se poi basta saper girare un rell per andare virali.
Che poi, non è che io i rell non li so fare, è che non voglio farli, almeno non sempre, perché ho scelto un tipo di comunicazione lenta, rispettosa, attenta e gentile in questo mio angolo di mondo che non deve correre perché già lo faccio tanto io nella vita vera.
Cosa ho fatto in questo periodo

Devo dire che senza il telefono in mano, la vita mi si è palesata nel migliore dei modi, complice forse,il periodo estivo che timidamente veniva fuori. In realtà in questo periodo mi sono accorta di aver fatto davvero tante cose:
🧶ho letto, soprattutto, tantissimo
🧶mi sono goduta la famiglia e gli esami di mia figlia
🧶ho viaggiato
🧶ho portato avanti la maglia famosa
🧶ho scritto tantissimo: idee, riflessioni, …
🧶ho iniziato ad organizzare tutto, o almeno ci sto provando, tenendo traccia di tutto quello che faccio in quaderni fatti a mano da me e decorati in modi tutti diversi.
Non so dove mi porterà questo periodo di studio, sicuramente verso un cambiamento che forse era arrivato il momento di ascoltare. Quello che so è che mi sta piacendo moltissimo. L’estate è stata sempre il tempo giusto per provare, sperimentare e, alla fine, respirare.
Forse, sto tornando

Sono tornata al mare… il mare cura tutto, anche le ferite più profonde, con il suo respiro, il suo orizzonte, la sua immensità.
Oggi sono di riposo ma mi sono svegliata presto ed ho passato 10 minuti a guardare questa foto fatta al mare: i nostri 8 piedi vicini, resistono ad ogni tempesta.
La guardo e mi emoziono perché quando ho detto in famiglia che volevo prendermi un anno sabbatico da Nuà tutti mi hanno detto sbagliavo perché lei, Nuà, è la parte di me libera, quella che mi da ossigeno, quella che mi mette in pace con il mondo.
Mio marito, che il saggio razionale di casa dice che, invece, dell’anno sabbatico dovrei fare chiarezza e togliere il superfluo perché Nuà fa troppe cose e poi, finisce sempre che si sente soffocare.
Come sempre, lui ha ragione ❤️
Guardo questa foto e penso: forse, sto tornando, ma molto lentamente perché questa tempesta che mi ha travolto mi ha aperto nuovi angoli in cui guardare, nuovi orizzonti e Nuà è quella parte di me che vuol dire coraggio.
Dovrò continuare a stare in ascolto, dovrò fare delle scelte, dovrò dare un ordine alle mie idee ma tornerò ad esserci e a renderti partecipe di questo cambiamento.
Se mi hai aspettato, grazie ❤️

Capita a volte nella vita di trovarsi ad un incrocio senza indicazioni e decidere col cuore da che parte andare. Sono queste ke scelte che meritano ascolto, vai serena per la tua, ricordati sempre che prima di ogni altra cosa ci siamo noi e i nostri affetti. Segui il tuo cuore è il vento ti porterà lontano. Buon vento!! ( velista ogni tanto 😅).
Barbara
Grazie Barbara… hai proprio ragione. Ogni tanto bisogna ascoltarsi ed è bene farlo perché si scoprono tante cose. Non so ancora dove mi porterà questo cambiamento ma lo faremo insieme perché credo, che per motivi diversi, magari qualcuno sta attraversando il mio stesso cammino e allora ci faremo compagnia. Grazie ancora ❤️