
Lavorare a maglia è un’attività che regala grandi soddisfazioni: distrae dalle preoccupazioni, aumenta l’autostima, regala benessere attraverso il contatto con materiali naturali.
Ogni Knitter ha le sue preferenze: io, ad esempio, amo lavorare con le lane del mio territorio ( lana aquilana e lana sibillana ) perché mi regalano delle sensazioni meravigliose miste tra ricordi e coraggio, ma, allo stesso tempo, sono una persona molto curiosa e provare nuovi materiali, è per me una grande fonte di ispirazione.
I miei viaggi attraverso un filo di lana

Ho sempre avuto bei filati tra le mani, soprattutto italiani perché nella mia famiglia c’è sempre stato il culto della “pura lana” e, crescendo, una cosa l’ho capita: ogni lana è il racconto di una tradizione, di una località, di mestieri che piano piano vanno scomparendo. Così mi sono imposta di conoscere sempre la storia che c’è dietro ad ogni filato, per capirne il valore.
La lana aquilana di Valeria Gallese, ad esempio, è un progetto di rinascita post terremoto e sostiene le realtà pastorizie appenniniche che hanno selezionato capi che forniscono un tipo di lana, la Gentile di Puglia, che è una lana molto morbida, amabile e davvero delicata sulla pelle. Questa per me, è la lana del coraggio, il primo esempio di caparbietà che ho vissuto sulla mia pelle.
La lana sibillana di Fattoria la Rocca, invece, è una realtà tutta marchigiana che lavora per il recupero di un altra razza di pecore: la sopravvissana. È una razza di pecora domestica originaria della provincia di Macerata, di derivazione merinos, nata dall’incrocio tra la razza Vissana e gli arieti merinos francesi della razza Rambouillet, donati dal popolo francese al papa e distribuiti nelle masserie papali nel corso del XVIII sec. Questa è la lana dei ricordi: al tatto è quel tipo di filato che ricorda le cose che facevano le nonne, calze, tute, maglioni, sciarpe che avevano un impatto meno gentile sulla pelle ma ti scaldavano con l’amore. È la lana di casa mia
Nel tempo poi, ho conosciuto altre realtà artigianali molto interessanti che volgono al recupero di alcune razze ovine tipiche dei loro territori
La lana di Lès Tisserands è un filato tutto valdostano che lavora al recupero della razza di pecora Rosset, tipica di quei posti: anche questa è un tipo di lana rustica ideale per maglieria e accessori, attenta al rispetto del territorio e delle sue tradizioni
Lana al pascolo, invece, è una realtà veneta che lavora al recupero di un’altra razza di pecora,
la Brogna, che regala un filato di alta qualità e che nasce e pascola da sempre nelle colline venete
Questi sono solo alcuni esempi di razze ovine e di realtà italiane che raccontano posti, tradizioni e mestieri di altri tempi: tenere alta l’ attenzione alla provenienza dei nostri capi è un modo per portare avanti storie di persone che hanno avuto coraggio e hanno fatto delle scelte importanti.
Inoltre conoscere la provenienza delle lane, nel tempo, è diventato un modo per fare dei viaggi immaginari in vari posti, e, in uno di questi viaggi, ho incontrato la Plotulopi
Il fascino della lana islandese

Ogni knitter lo sa: ogni scusa è buona per comprare lana!
Mi sono organizzata tutto il dicembre prima, in modo tale da poter approfittare del tempo lento delle feste per dedicarmi un po’ a progetti nuovi: tra i vari progetti che ho iniziato c’è stato il Varpu di Jonna Hietala. L’ho fatto attraverso un corso di Wooldone, di quelli che si fanno online insieme ad altre persone e mi è piaciuto tantissimo lavorare insieme. Sta di fatto che quando sono arrivate le istruzioni per il maglione e le indicazioni per le lane, una diceva Plotulopi. Sono andata a vedere cosa fosse ed ho scoperto che era una lana islandese e quindi mi sono buttata e l’ho presa. Quando ho iniziato a lavorarci, devo ammettere, che ci ho litigato subito perché è un tipo di lana molto delicata e si spezza facilmente.
La mia prima domanda che mi sono fatta è stata: la cambieresti con le tue lane ? Assolutamente no!! Ho pensato. Tutto il mito della lana islandese poi si riduce ad un tipo di filato così fragile!!
Giulia di Wooldone mi ha detto di avere pazienza, che era un tipo di lana particolare che molto facilmente si spezzava ma altrettanto facilmente si sistemava e soprattutto era un tipo di lana caldissima che dopo il lavaggio, per un qualche motivo, diventata invincibile.
Devo ammettere che ero un po’ scettica ma poi, dopo alcuni giri, quando piano piano veniva fuori la tramatura mi sono innamorata di questa lana ed ho capito cosa volesse dire Giulia.
Quindi, curiosa, sono andata a studiarla un po’.
La lana unspun

La Plotulopi è una lana unspun, cioè una lana non filata. È una fibra rustica, che proviene dal vello delle pecore islandesi. Questo tipo di pecore sono una razza ben distinta, ciò vuol dire che non sono state mescolate con altre razze ovine.
Questo è importante perché vuol dire che gli animali hanno sviluppato nel tempo delle caratteristiche specifiche per adattarsi al territorio: infatti le pecore islandesi sono famose perché hanno un vello molto lungo e ruvido che le protegge dall’estremo clima freddo irlandese.
La LOPI, parola che significa lana in islandese, è un filato fragile nella lavorazione ma, una volta lavorato e lavato diventa molto soffice e resistente perché incorpora aria che lo rende leggero e resistente all’acqua.
Questa lana viene utilizzata per lavorare i tipici maglioni lopi islandesi ( i Lopayesa che si pronuncia luópa_peisa ) che sono i tipici maglioni con sprone rotondo decorato nella zona del collo e delle spalle … insomma, i tipici maglioni per affrontare il freddo polare.
Dove acquistare la Plotulopi

Non è facile da trovare, lo ammetto. I tempi di attesa sono un po’ lunghi, per questo quando si trova bisogna fare una scorta 😄. I negozi che conosco che vendono questo tipo di filato, però, sono:
Ed altri ancora
I mie lavori con Plotulopi

Dritto dopo dritto, rovescio dopo rovescio, sta di fatto che ho mi sono innamorata di questa lana così tanto che ne ho comprata davvero un bel po, di vari colori, non si sa mai 😅. La conosco da poco più di un mese ma ci ho fatto già tre lavori stupendi:
🧶 il Varpu di Jonna Hietala
🧶 il holiday slipover di Petit Knit
🧶 cappello Groenlandia, di mia “invenzione” e attualmente disponibile su ordinazione nello shop in più colori

Grazie per avermi accompagnato in questo bellissimo viaggio. Al prossimo racconto.
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