
Una sciarpa può essere solo un accessorio da mettere, ma anche il racconto di un’emozione..
C’era una volta, una donna che intrecciava storie: sembrava facesse solo a maglia, ma in realtà, dietro ogni sciarpa c’era un racconto di qualcosa di speciale.
Mi chiamo Monia e sono una “sciarpara”

Mi piace definirmi una custode delle tradizioni, perché ho imparato il mestiere tra chiacchiere di paese, caffè caldi e sorrisi. La prima volta che ho preso un’uncinetto in mano credo avessi 7 anni. Era estate e la mia bisnonna mi mise in mano un gomitolo di cotone bianco finissimo e mi insegnò i punti base dell’uncinetto. La sua pazienza era infinta, pari solo alla mia voglia di scappare via in cerca di amici e avventure. Ovviamente, quella prova andò male.
Ci riprovò quell’inverno. Mi mise in mano un gomitolo di lana nera e un’ uncinetto più grande e mi insegnò a farmi una sciarpa. Credo di averla portata fino ai 18 anni e se cerco bene, nella soffitta di mia madre, credo di averla ancora, come tutte le cose epiche che si nascondono al tempo, rimanendo pur sempre lì.
La storia del mio brand
La mia storia di sciarpara inizia così, con una sciarpa nera al collo di una bambina e una valigia piena di ricordi. Nel tempo, mi sono formata: ho fatto corsi, provato e riprovato, spaziato verso i tanti campi della creatività ma poi mi sono arresa alla mia natura.
Io, sono fatta così: sono nata con lo scialle.
Nel 2018, dopo i brutti eventi legati al grande terremoto del 2016-2017, nasce Nuà: in questa idea di rinascita, ho voluto mettere i miei valori, il mio tempo e le mie emozioni. Nuà è il modo attraverso il quale mi sento in equilibrio con la vita.
Nuà è una sciarperia

Nuà intrecci creativi è una sciarperia, ossia un laboratorio artigianale dove si fanno sciarpe e capi di abbigliamento che siano in linea con i valori della sostenibilità e dello slow fashion…
Il posto d’onore nella mia produzione l’ho riservato a filati che provengono da piccole produzioni artigianali: mi piace l’idea di supportare antichi mestieri e tradizioni che sono poi, la parte viva che caratterizza ogni territorio.
La parte più bella di me, credo venga fuori quando lavoro i filati che provengono dalle produzioni del mio territorio ( Ascoli Piceno) perché ogni volta che tengo in mano una matassa di filo sento tra le mani il coraggio e la bellezza del mio territorio troppe volte mortificato dal terremoto.
Parlo di filati come la lana sibillana e come la Aquilana di Valeria Gallese che hanno il carattere di aziende che non si sono arrese alla distruzione e hanno portato avanti la loro idea di artigianato sempre e nonostante tutto. Loro sono ogni giorno fonte di ispirazione, coraggio ed emozione.
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